- Monumenti
- Piazza Giuseppe Garibaldi, Soncino, Cremona, Lombardia, 26029, Italia
Descrizione
Torre civica
La Torre Civica è il simbolo della Soncino medioevale, situata nella piazza centrale del capoluogo. Costruita nel 1128, è un edificio a canna quadrata di m. 5,95x5,95. Originariamente alta m. 31,50, fu innalzata nel 1575 a m. 41,80 con la costruzione della cella campanaria per ospitare il nuovo campanone. La scala di accesso in lato nord risale al primo '800. È inglobata su tre lati dal Palazzo Comunale. Il Palazzo che vediamo oggi è frutto di una serie di ricostruzioni, aggiunte e demolizioni dovute anche al terremoto del1802. Originariamente il Palazzo era composto dal Palazzo Vecchio (XII sec.); Palazzo dei Consoli (seconda metà del XII sec.); Palazzo del Podestà (XIII sec.); Palazzo Nuovo del Consiglio Generale (inizio XV sec.) con erezione della Torretta dei Matei. Oggi l'unica parte originale del Palazzo è l'ala in cotto con evidenti tracce delle aperture romaniche a bifora e la Torre Civica. Ancora oggi è possibile leggere il livello originario della torre attraverso gli elementi triangolari (merlature) poi tamponati con il sopralzo dell'anno 1575. ll frontone della facciata del Palazzo Comunale ricostruita a seguito del terremoto del 1802, con un timpano spezzato di gusto classicheggiante, è sormontato dalla torretta con un orologio a percussione (1506), costituito da due piccoli mori che battono con un martelletto su una campanella, testimonianza del periodo di dominazione veneta su Soncino. L'orologio fu un dono di Guido Contarini della Repubblica di Venezia. Si tratta di una riproduzione, in scala ridotta del celebre orologio di piazza San Marco. Le decorazioni in terrecotte dell'orologio astronomico risalgono al 1977 e sono opera degli scultori soncinesi Agostino Ghilardi e Fabrizio Pirletti
LA CELLA CAMPANARIA: Il castello campanario sovrasta le travi del tetto. Le campane, ingranaggi, motori e il castello campanario. La cella campanaria della Torre Civica è stata costruita nel 1575 a seguito dell'innalzamento della torre. Le campane sono tre e danno vita al "concerto a vivo" con il movimento simultaneo delle tre campane; il "concerto a morto" vede l'avvio in sequenza delle tre campane con il Campanone a distesa fino alla posizione a bicchiere, quindi seguono la Dovarese e la Campanella.
STRUTTURA INTERNA DELLA TORRE: La struttura della nuova scala a pianta quadrata realizzata con cosciali in ferro e pedate in legno, grazie alla tromba che si viene a creare, consente la lettura della torre, a canna quadrata, in tutta la sua verticalità. La risalita alla torre era consentita da una scala in legno, rimaneggiata nel corso dei secoli ai fini della manutenzione. La scala era inagibile da parecchi anni.
MANUTENZIONI ESEGUITE NEL TEMPO ALLA TORRE CIVICA
L'orditura del tetto ad intervento compiuto (1966)
L'armatura del tetto (1966)
Il ponteggio del periodo (1966)
LE PRIGIONI EZZELINO III DA ROMANO - LA STORIA - Al primo piano, attigue alla torre, si trovano due celle carcerarie con la stanza del custode dove, secondo la tradizione, venne rinchiuso Ezzelino da Romano. Signore della Marca Trevigiana, fu politico e condottiero ghibellino, alleato di Federico II di Svevia. La famiglia degli Ezzelini o dei Da Romano giunse in Italia dalla Germania tra il X e XI secolo. Ezzelino III estese il suo dominio su Trento, Belluno, Vicenza, Verona, Bassano, Padova e Brescia, creando una sorta di signoria. L'imperatore Federico II di Svevia lo nominò Vicario Imperiale in Lombardia. Accusato di efferatezze e di eresia, nel 1254 fu scomunicato (i Papi, in quell'anno furono due: Innocenzo IV che terminava il mandato e Alessandro IV che iniziava il Pontificato nel mese di dicembre). Nel mese di marzo 1256 Azzo VII d'Este, podestà a vita di Ferrara, ricevette da Filippo, arcivescovo di Ravenna, l'incarico di condurre una "crociata" contro Ezzelino. Alla "crociata" parteciparono i soldati di Venezia, Bologna, Mantova, il conte di San Bonifacio e molti altri signori. Per ben due anni si trascinò pertanto una guerra di agguati e di mischie sanguinose, durante i quali Ezzelino III riuscì a impadronirsi di Brescia nel 1258. Le amicizie e le alleanze sulle quali Ezzelino III da Romano contava, gradatamente gli vennero meno Ghibellini e guelfi si trovarono così uniti. L'11 giugno 1259, Ezzelino passò l'Oglio e l'Adda con un forte esercito, per tentare di impadronirsi di Monza e di Trezzo. Il popolo milanese a sua volta rispose armandosi e andandogli incontro. Oberto II Pallavicino a capo dei cremonesi, il marchese d'Este a capo dei ferraresi e dei mantovani, si impadronirono di Cassano d'Adda e tagliarono ogni possibilità di ritirata a Ezzelino che fu sconfitto dopo una strenua battaglia il 16 settembre 1259 a Cassano d'Adda dalla lega guelfa di Azzo VII d'Este. In seguito alle gravi ferite riportate, venne catturato da Giovanni Turcazzano, capo dei militi Soncinesi e portato a Soncino dove spirò il 27 settembre, a 65 anni di età, rifiutando sacramenti e medicine. Una targa posta sulla facciata nord del Palazzo Comunale ricorda il luogo dove, secondo la tradizione, fu sepolto Ezzelino da Romano. Ogni mercoledì alle 8,45 il suono delle campane della Torre Civica rievoca l'agonia e la morte di Ezzelino III da Romano.
L'OROLOGIO: L'orologio della torre ha due quadranti disposti sui due lati opposti, un quadrante rivolto sulla piazza del Comune, l'altro sulla piazza della Pieve. Il loro funzionamento avviene a mezzo dei due motori installati all'interno della torre. Le lancette ed i numeri sono in lamiera colorata con smalto opaco, mentre il segno delle ore è dipinto sul quadrante. Con i lavori del 1966 venne eseguita la tinteggiatura dei quadranti, operazione che ha cancellato le linee dei minuti esistenti poi riemersi con il recente restauro.
LA MURATURA: Il paramento murario in cotto, interno ed esterno, presentava in svariati punti grave lacune con la totale perdita della stilatura dei giunti.
IL RESTAURO: I mattoni in cotto, gravemente scarnificati, sono stati ricostruiti con calci aeree e pozzolane prive di sali e finitura con tonachino coccio pesto.